01/09/2017

Il libro, il film, due opere autonome

di Chiara Pinzauti

Ieri pomeriggio presso lo Spazio Lexus, ha avuto luogo l'incontro con lo scrittore Walter Siti, autore del libro Il contagio, da cui è stato tratto il film omonimo in concorso alle Giornate.

Siti, davanti a un pubblico numeroso nel quale si mescolavano anche i due registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, ha voluto subito sottolineare che libro e film sono due opere totalmente autonome e che, dunque, non era previsto alcun dovere di fedeltà da parte dei filmmaker. E proprio per questo motivo, ha deciso di non prendere parte alla realizzazione dell'opera cinematografica.

Sulla scia del divario che contraddistingue la dicotomia libro-film, Siti ha affermato di esser stato molto colpito dalla differenza di tonalità tra le due opere: «Il film è sociologico e commosso». Mentre il libro, ha continuato, è «cinico e innamorato». Una differenza che a posteriori per Siti assume un significato importante: quella storia d'amore autobiografica non era a fondo perduto se è vero che oggi altri due autori l'hanno ripresa per interpretarla in modo diverso.

Anche all'interno del film si è ricreata una sorta di dualismo. Siti ha raccontato, sollecitato dalle domande della scrittrice, saggista e direttrice culturale della nuova fiera del libro milanese Tempo di libri, Chiara Valerio, di aver percepito la prima parte molto vicina a ciò che lui aveva pensato e scritto. Mentre, nella seconda parte, ha avuto la netta sensazione che i due registi abbiano usato il libro come un trampolino di lancio per la loro narrazione. E questo, in un certo senso gli ha permesso di essere, finalmente e inevitabilmente, uno spettatore che osserva a distanza.

In merito ai personaggi, vi è una differenza tra come Siti se li era immaginati scrivendo e come, ora, compaiono in scena. Allo stesso tempo, però, lo scrittore si è rivisto in modo forte e commovente nel Walter del film. E per questo si è detto grato all'attore Vincenzo Salemme, colui che interpreta il ruolo del professore: «Mi ha liberato per un po' da quella cosa faticosa che è avere un corpo».



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