Nel 2017 le principali società presenti sul web (Google, Apple, Facebook, Airbnb, Tripadvisor, Uber) hanno versato tutte insieme al fisco italiano 14 milioni di euro, mentre gli autori italiani pagano annualmente 240 milioni di tasse sui proventi dei loro diritti d'autore (dati Siae). È dunque paradossale che le pressioni per bloccare la Direttiva europea sul Copyright, arrivino proprio dai giganti del web che dichiarano profitti di decine di miliardi e pretendono di arricchirsi utilizzando gratuitamente le opere create dagli unici contribuenti regolarmente tracciati e tassati.
Questo e altri dati clamorosi, come il Value Gap che frutta ogni anno ai giganti del web un profitto esentasse di 15 milioni di euro, sono emersi nel corso dell'incontro Emergenza Europa, valore per tutti - Gli autori italiani a difesa dei principi garantiti dal Diritto d'Autore, che si è tenuto a Venezia nell'ambito delle Giornate degli autori, organizzato da ANAC, 100autori, AIDAC e WGI in collaborazione con la SIAE per sensibilizzare i professionisti presenti alla Mostra del Cinema sull'imminente voto per la Direttiva europea sul Copyright che si terrà il 12 settembre a Bruxelles.
A conclusione dell'incontro, le associazioni hanno firmato un documento per i deputati europei nel quale si evidenzia come gli autori debbano essere considerati alla stregua di "piccole imprese" che realizzano opere dalla forte connotazione nazionale che producono ricchezza e lavoro, la cui remunerazione è garantita in Italia dall'equo compenso, una norma che purtroppo non è ancora prevista in tutti paesi dell'Unione e viene regolarmente attaccata o ignorata dalle grandi piattaforme che vorrebbero continuare a utilizzare i contenuti gratuitamente.
La Direttiva sul Copyright (capitolo 3) prevede il principio della trasparenza (art. 13 e 14), che garantisce agli autori il diritto di sapere quali sono le loro opere sul web, come e da chi vengono sfruttate e soprattutto un'equa e proporzionale remunerazione (art. 14, 15 e 16).
È possibile immaginare che un'azienda di beni materiali veda distribuiti gratuitamente in rete i suoi prodotti? «Invece, tutti i giorni e a tutte le ore, le aziende italiane della creatività, vale a dire gli autori, vedono sfruttate gratuitamente le proprie opere sul web. E il danno non è solo per loro ma per l'economia, la cultura e l'identità nazionale. Per questo gli autori italiani chiedono che il 12 settembre venga adottata la Direttiva sul Copyright nell'ultima versione approvata il 20 giugno 2018».