04/09/2019
Nuove voci
di Carlo Maria Rabai
All'Hotel Excelsior, nello spazio della Regione Veneto, con la giornalista
Penny Martin in veste di moderatrice, sono intervenute
Tessa Thompson,
Hunter Schafer e
Margaret Qualley, per le ormai tradizionali conversazioni di
Miu Miu Women's Tales, ospitate dalle Giornate degli Autori per condividere visioni sul mondo femminile declinate in ambito cinematografico. Un'occasione per promuovere la riflessione critica sulla donna, le sue sfide, i suoi traguardi e i passi sempre più concreti verso la parità. Le tre attrici hanno raccontato le loro esperienze nel mondo del cinema e della televisione, sottolineando i tanti talenti femminili già affermati o emergenti sempre più coinvolti in prima linea nell'industria dell'intrattenimento in ruoli di regia e produzione.
«Troppo spesso le donne non hanno possibilità di fare film o ne girano uno ogni dieci anni - ha dichiarato Thompson -, ma voglio sottolineare come nell'ultima decade siano emersi tanti talenti femminili, anche nel settore pubblicitario, il che è insolito. Purtroppo, quando si ha a che fare con una donna alla regia spesso si respira scetticismo e c'è pressione sull'artista perché si teme di non avere la possibilità di sperimentare, e quindi di sbagliare, perdendo la possibilità di lavorare ancora».
Sempre Thompson sulla sua carriera, divisa tra grandi produzioni come Avengers: Endgame, Men in Black: International, Creed, la serie Westworld e ruoli in film più indipendenti, ha confessato: «Ho avuto la fortuna di lavorare con Ava DuVernay e l'esperienza di Selma è stata incredibile, perché Ava è stata capace di rappresentare un leader come Martin Luther King umanizzandolo in maniera inedita. Personalmente, in quanto donna di colore che vive la nuova golden age della televisione, ho avuto più opportunità rispetto ad altre, ma è chiaro che la mia storia personale non riflette l'intero panorama femminile di questo settore. Se dovessi fare dei nomi di professioniste che ammiro, sicuramente adoro i personaggi scritti da Phoebe Waller-Bridge per Fleabag e mi piacerebbe davvero molto lavorare con Greta Gerwig».
Le fa eco Hunter Schafer, attrice transgender e personaggio fondamentale nella serie HBO Euphoria, che ha rappresentato, peraltro, il suo esordio: «Il mio è un personaggio diciassettenne trans che si ritrova a navigare in una fuga sessuale che la porta ad affrontare molte cose. Sam [Levinson, il creatore della serie - ndr.], è letteralmente incredibile, la prima cosa che abbiamo fatto è stata discutere tranquillamente davanti a un caffè per costruire una sorta di mosaico, approfondire la psiche dei personaggi, anche quelli secondari. Ora vorrei provare a recitare ancora per vedere che succede. Credo si stia entrando in un territorio nuovo per l'industria, conosco tante donne trans capaci e che hanno mondi interi in sé e credo siano capaci di fare qualsiasi ruolo». Sui talenti ora in circolazione: «Amo il cast di Pose e di Euphoria, soprattutto Z [Zendaya - ndr.]), con la quale condivido la maggior parte delle mie scene e che è stata molto aperta nel lavorare con me, rendendo tutto più facile».
Margaret Qualley ha raccontato le sue esperienze: «Ho avuto la possibilità di fare i film che mi piacevano, è stato fantastico lavorare con Quentin Tarantino [Once Upon a Time in Hollywood - ndr.], per esempio, perché lui trasmette entusiasmo anche alla troupe ed è un piacere stare sul set. Con lui la passione non fa compromessi. Anche lavorare con Tim Sutton per The Chain è stata una bella esperienza e quando ho incontrato Michelle Williams sul set di Fosse/Verdon è stato spaventoso, come accade sempre con chi ammiri molto». Poi sul rapporto con i genitori, Andie MacDowell e Paul Qualley: «Con mia madre ho un rapporto normale, non parliamo mai di lavoro, mentre per quanto riguarda mio padre, mi chiedo sempre cosa ne pensi delle parti che scelgo».