09/09/2020

Essere le donne che siamo

di Ida Bisogno
a cura di Francesco Gamberini

Continuano alle Giornate degli Autori gli incontri di Miu Miu Women's Tales, le conversazioni che con la volontà di esplorare la femminilità nel XXI secolo portano al Lido alcune tra le più intense e originali autrici contemporanee. Presso l'Hotel Excelsior nello Spazio della Regione Veneto sono intervenute tre attrici di fama internazionale: Nathalie Emmanuel, l'iconica Missandei de Il Trono di Spade, che presto tornerà al cinema con la crew di Fast & FuriousLyna Khoudri quest'anno impegnata nell'ottimo Gagarine e attesa nel prossimo film di Wes Anderson, The French Dispatch, e Katherine Waterston, nota per la sua intensa performance in Vizio di forma di Paul Thomas Anderson e co-protagonista con Vanessa Kirby della sorprendente opera seconda di Mona Fastvold, The World to Come, in concorso alla Mostra.

Riferendosi alle conversazioni di Miu Miu Women's TalesKatherine Waterston, ha detto: «È fantastico avere a che fare con colleghe con le quali altrimenti non avrei potuto avere uno scambio. È la prima volta che sento parlare di questa iniziativa e rappresenta una possibilità che non capita spesso».

A proposito dell'aumento di film girati e prodotti da donne in questi ultimi anni, Nathalie Emmanuel ha espresso il suo punto di vista: «Qualcosa è cambiato, ma rimane ancora tanto da fare. Dovremmo iniziare ad essere le donne che siamo, non quelle che gli uomini vorrebbero che fossimo». 

Lyna Khoudri ha invece parlato del suo recente ruolo in The French Dispatch: «Il mio personaggio è un'attivista estremante ironica. Lavorare con Wes mi ha fatto sentire come una bambina; si scherza sempre ed è un regista estremamente calmo perché sa quello che vuole».

Nathalie Emmanuel infine ha concluso con una preziosa riflessione: «Oggi è sempre più importante poter mostrare le proprie debolezze: possiamo essere divertenti, vulnerabili, forti o deboli, ma soprattutto dobbiamo essere in grado di distruggere gli stereotipi di ciò che dovremmo essere».