La vecchiaia è un grande tema cinematografico. Diventare anziani è una tragedia quotidiana che il cinema rende visibile e trasforma in uno spettacolo catartico. I classici come Umberto D. di Vittorio de Sica o La leggenda di Narayama (Narayama bushi ko) di Keisuke Kinoshita ritraggono gli anziani proprio quando si rendono conto di non essere più necessari, quasi fossero stati messi da parte dai vivi. Il dramma ritorna in un nuovo contesto della nostra civiltà contemporanea: il mondo sta invecchiando e al tempo stesso se ne vergogna. Siamo costantemente esposti ai miraggi dell'eterna giovinezza e del progresso senza fine. Prendersi cura degli anziani: li emarginiamo e contemporaneamente ce ne liberiamo. L'assistente sociale che visita una coppia di ottantenni israeliani, può solo evocare la Morte che arriva per sorvegliarli. Questo è il nucleo reale del dramma: i personaggi di Hayuta ve Berl appartengono alla generazione dei pionieri socialisti, gli halutz, che considerano il mondo contemporaneo come un luogo devastato. Incontrano altre persone ai margini della società e constatano la morte dell'utopia comunitaria, quella che cercarono di costruire sessanta anni prima. (Tadeusz Sobolewski)
Il napoletano Vincenzo Marra continua la sua esplorazione cinematografica del carattere, della cultura e della psicologia della sua città d'origine. Questa volta guarda Napoli e il suo popolo attraverso il prisma rivelatore di un documentario verità sul carcere (i cui abitanti sono divisi per i diversi quartieri cittadini e i rispettivi clan della camorra a cui appartengono). Concentrato su Raffaele, un detenuto a lungo termine, astro nascente della camorra destinato a diventare un "Boss" alla sua scarcerazione, Marra mostra i più piccoli e intimi dettagli della sua vita quotidiana e, al tempo stesso, mette in evidenza la relazione sempre più stretta che si è andata formando con il capo delle guardie carcerarie, l'ispettore Niko. Così Il gemello da un lato osserva attentamente la realtà penitenziaria, dall'altro è un dramma psicologico avvincente. (Adrian Wootton)