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2012: 9th edition

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05/09/2012
Avvenne domani
Keep Smiling di Rusudan Chkonia
Nel film della regista esordiente georgiana si riconosce una lontana eco del film ceco Fuoco, ragazza mia (Horí, má panenko) di Milos Forman, anche se questo vuole essere meno divertente e più melodrammatico. Anche i sintomi della disgregazione sociale sono diversi: il film di Forman è una satira del socialismo reale, quello georgiano è ambientato nell'onnipotente mondo dei mass media. Un concorso televisivo della "Super madre georgiana" si trasforma in un pandemonio. Il sentimento patriottico e il culto della "madre eroica" cedono alla spietata logica dei mass media. Lo spettacolo deve andare avanti, e così le aspiranti "super-mamme" devono spogliarsi in televisione. La solidarietà delle donne verrà schiacciata. Quello che l'ideologia televisiva chiama "società aperta" non significa altro che mettere in mostra i propri sentimenti per compiacere il pubblico, vale a dire umiliarsi per ottenere un premio. Ma in questo film i valori tradizionali non sono semplicemente opposti al contemporaneo e al cinismo dei media. In realtà, questa tragicommedia prende di mira il sistema patriarcale georgiano nascosto dietro il culto della "madre eroica". (Tadeusz Sobolewski)
 
Terramatta; di Costanza Quatriglio
Inafabeto. Inalfabeta, Vincenzo Rabito si inventó una lingua per raccontare la propria vita "disonesta". Senza rete. Proprio come fa Costanza Quatriglio a ogni film, riscrivendo il suo cinema, spiazzandoci come fanno i punto e virgola di questo scrittore verista-beckettiano. Tra repertorio e parola scritta, tra testimonianza orale e paesaggi, tra musica e acrobazie visive, Costanza Quatriglio ci mostra il secolo secondo Rabito, padroneggia la sensibilità, propria e altrui, come rispetta e amplifica sempre l'arte e l'umanità di chi è davanti alla sua macchina da presa. Terramatta; è un gioiello di cinema non etichettabile, un viaggio delicato ed entusiasmante di una cineasta che conferma la diversità, l'unicità del suo sguardo e delle sue storie. (Boris Sollazzo)
 
Voglio la luna. Bambino, Ingrao, appena espletato un bisogno esprime il desiderio. C'è definizione piú meravigliosamente materiale e (po)etica del comunismo? Ingrao è l'incarnazione della politica che ci manca, i cui errori erano, e non cosí spesso, di strategia e d'analisi, non d'ideale e lealtà. Dirigente del PCI e regista mancato, di sogni s'è cibato, pur vivendo (e raccontando, qui) un secolo da incubo, il Novecento, affrontato seguendo Marx. A volte Karl, altre Groucho (come l'amato Charlot). Non mi avete convinto, dice orgogliasamente Pietro: sa che questo mondo è sbagliato, anche se lui non aveva sempre ragione. Ce lo dice squadernando il suo cinema e la sua vita per confessarci, alla fine: «non capisco piú la parola sinistra». Regista del dubbio nella politica dei dogmi. (Boris Sollazzo)

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