"Il Gemello" è il nomignolo di Raffaele. Ha ventinove anni e due fratelli gemelli. È entrato in carcere all'età di quindici per aver rapinato una banca, da dodici vive lì dentro. Raffaele non è un detenuto normale, ha carisma e gode di grande "rispetto" da parte degli altri detenuti. Il carcere circondariale di Secondigliano (Napoli) è la sua casa. In quel luogo di dolore, vive con il suo compagno di stanza Gennaro; coetaneo e condannato all'ergastolo. Con lui lavora alla raccolta differenziata dei rifiuti e grazie a questo lavoro mantiene la sua famiglia d'origine. Raffaele ha un rapporto speciale anche con Niko, il capo delle guardie carcerarie con cui parla e si confronta. Niko sta cercando di introdurre nelle sezioni carcerarie che dirige regole più umane e attente all'individuo. Il film è un viaggio all'interno dei luoghi fisici e dell'anima di Secondigliano, dagli spazi angusti delle celle, al parlatoio in cui si incrociano le esistenze dei tre protagonisti tra piccoli e grandi avvenimenti.
«Oltre a continuare il mio viaggio nei luoghi di Napoli iniziato 12 anni fa con Estranei alla Massa e proseguito con L'udienza è Aperta prima e il Grande Progetto poi, volevo usare il carcere e la mia capacità di relazionarmi con le persone e con gli spazi della mia terra, entrando in questo luogo di dolore, con l'unico obbiettivo di cercare di restituire agli spettatori, in modo fedele, l'esperienza dei protagonisti. Mi ero prefisso anche l'obiettivo di ridurre ancor più, di quanto già fatto in precedenza, il confine tra fiction e documentario». (Vincenzo Marra)
Vincenzo Marra (Napoli, Italia, 1972) abbandona la sua attività di fotografo sportivo nel 1996 per cimentarsi nel mondo del cinema. Alla fine degli anni Novanta scrive e dirige due corti, Una rosa prego e La vestizione. Il suo primo lungometraggio, Tornando a casa (2001) vince numerosi premi internazionali, tra cui quello del Miglior Film della Settimana della Critica a Venezia. Successivamente firma due documentari: Estranei alla massa, selezionato in concorso a Locarno, e Paesaggio a Sud, presente nella sezione "Nuovi territori" della Mostra di Venezia. Nel 2004, scrive e dirige il suo secondo lungometraggio, Vento di Terra. Il film riceve numerosi premi, tra cui il Fipresci alla Mostra di Venezia. Nel 2005 è nuovamente presente a Locarno nella competizione video con un documentario dal titolo 58%. Nel 2006 è la volta de L'udienza è aperta, selezionato alle Giornate degli Autori. L'anno dopo, sempre al Lido, è in concorso con L'ora di punta. Nel 2008 torna al documentario con Il Grande progetto.