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28/08/2013 Bethlehem
In parte spy story, in parte film di guerra, ma anche dramma psicologico, Bethlehem è un'opera prima coinvolgente che, pur essendo un film di finzione, possiede un'autenticità che permette di sospendere ogni forma di incredulità. Ci si sente immersi in una realtà credibile, non solo perché viene offerta una prospettiva interna ai meccanismi dei servizi segreti israeliani ma, ed è forse l'aspetto più interessante, perché dal film emerge un'ipotesi su un lato nascosto dell'Autorità Nazionale Palestinese. Ed è proprio la parte di Bethlehem che riguarda i palestinesi a rivelarsi sorprendente ed eccezionale, perché riesce a mostrare da vicino e nel privato le diverse fazioni politico-militari delle brigate e delle ali combattenti, sia quando sono in forte conflitto tra loro, sia quando cercano di unirsi contro Israele, il loro comune nemico. Bethlehem non si schiera in modo netto e, tenuto conto del contesto drammatico in cui si svolge la storia, cerca di rimanere un thriller senza rinunciare a una certa complessità morale. E, di nuovo, tutto ciò è sorprendente e innovativo, perché comporta una maturità inaspettata in quella che è, dopo tutto, l'opera prima di un cineasta che ha dimostrato con questo film di avere talento e un grande avvenire. [Adrian Wootton]
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