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30/08/2013 Julia
I would prefer not to direbbe Julia al mondo, quasi fosse Bartleby lo scrivano, il protagonista di un celebre racconto di Herman Melville. Un no, che per noi spettatori in cerca di mediazioni e intese, ha l'effetto di uno schiaffo in faccia. Julia rifiuta il mondo, tanto quanto il mondo respinge Julia, confinandola al margine di una strada. Eppure, senza che si lasci al nostro sguardo la via di fuga di una confortevole immedesimazione, Julia in quella strada ci si mette sfidando noi che osserviamo in cerca di empatia, e anche Jackie, la regista, che pur avendo condiviso delle esperienze, ha preso una direzione esistenziale completamente diversa. Ma a quale salvezza dovrebbe aspirare Julia? A quella che le permetterebbe di entrare redenta in un sistema di vita che vuole ogni persona al suo posto, con la sua disciplina, il suo sesso, il suo modo di tirare avanti? Julia fugge, riappare, scappa, ritorna e nel suo esibire la propria vita di prostituta, alcolizzata, in cerca di un amore, con un passato da studente d'arte..."avrebbe preferenza di no". [Mazzino Montinari]
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