03/09/2013
Dopo la solitudine
la ricostruzione
Venezia 70 si crogiola nella solitudine. Dal film di apertura, con Sandra Bullock perduta nello spazio profondo di Gravity, a Tracks, con Mia Wasikowska che attraversa da sola il deserto australiano a The Zero Theorem di Terry Gilliam. Passando per la fuga degli adolescenti di La belle vie e la vita tormentata di Julia alle Giornate degli Autori e molti altri titoli che sarebbe noioso elencare, la linea comune sembra essere l'esigenza di intraprendere un viaggio esistenziale per ritrovare un senso e accedere a una rinascita. Ne è conferma un altro film dei Venice Days, l'argentino La reconstrucciòn di Juan Taratuto.
Virata drammatica dopo un pugno di commedie di successo, La reconstrucciòn è la storia di Eduardo (Diego Peretti) zelante lavoratore del settore petrolifero che si è isolato nella sua casa per sopravvivere a una dolorosa perdita. Finché non gli viene chiesto di viaggiare verso Ushuaia, dove incontrerà la sua famiglia e un vecchio amico e ritroverà l'interesse per la vita. "Il mio è un film sulle seconde opportunità - spiega Juan Taratuto - più viviamo nelle grandi città, più pensiamo di essere costantemente in comunicazione col mondo, e più ci sentiamo soli".
Il regista ha optato per un dramma di dolore e solitudine dopo diverse commedie di successo in seguito a una brutta esperienza personale: "Quando ti capita una tragedia - spiega il cineasta - si può scegliere di abbandonarsi al dolore o di provare ad andare avanti. Quasi sempre si può trovare una seconda possibilità, una speranza". Taratuto ha cucito il suo protagonista sull'amico e sodale Diego Peretti per ritrarre l'avventura di una crescita: "Spesso quando la vita diventa complessa torniamo alle persone che amiamo".
[Michela Greco, Cinecittà News]