Italia, 2014, 89', colore, DCP
sceneggiatura Beba Slijepcevich, Luca D'Ascanio
Felice Farina, Dino Giarrusso
tratto dal libro Patria 1978-2010
di Enrico Deaglio
fotografia Roberto Cimatti
animazione Giuseppe Ragazzini
montaggio Esmeralda Calabria
musica Valerio C. Faggioni
suono Maricetta Lombardo
scenografia Nino Formica
costumi Antonella Balsamo
interpreti Francesco Pannofino (Salvo)
Roberto Citran (Giorgio), Carlo Giuseppe Gabardini (Luca)
produttore esecutivo Eduardo Rumolo
produzione Nina Film
con il contributo di MiBACT - Direzione Generale per il Cinema
vendite internazionali Nina Film
viale Ippocrate, 116, 00161, Rome, Italy
Tel. +39 06 4455392
distribuzione italiana Istituto Luce Cinecittà
via Tuscolana, 1055, 00173, Rome, Italy
Tel.+39 06 722861 - Fax +39 06 7221883
ufficio stampa
Istituto Luce Cinecittà
Marlon Pellegrini
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Mob. +39 334 9500 619
L'operaio Salvo si arrampica sulla torre della fabbrica dove lavora, per protesta contro il licenziamento, o forse solo per rabbia cieca, minacciando di buttarsi giù. Giorgio, operaio e rappresentante sindacale, anche se di carattere e fede politica del tutto opposti, sale per aiutarlo. Luca, custode ipovedente e autistico, si aggiunge per fare loro compagnia. Nell'arco di una notte, ripercorrono gli ultimi trent'anni della vita del paese.
«Ho tradito le forme del documentario con un esperimento, inseguendo la memoria di un film amato, che è Hiroshima mon amour di Resnais: quel modo di legare i frammenti di repertorio allo svolgersi di un racconto presente, quel fonderli in una sola cosa sincronizzando le emozioni della Storia a quelle dell'azione scenica. Il risultato è indefinito, come indefinito è l'oceano di ombre e luci della memoria». [Felice Farina]
Ci voleva Felice Farina per far diventare la controstoria di Enrico Deaglio, Patria, un film di sentimenti, ricordi, carne viva. Una protesta più casuale che consapevole di due lavoratori e di un matto illuminato diventa il dialogo tra un italiano (Citran), un antitaliano (Pannofino) e un non so (Carlo Giuseppe Gabardini). Farina li confina in una torre, da cui loro buttano ciò che odiano, in cui si scoprono simili, nelle differenze che la post ideologia ha consegnato loro più per abitudine che per riflessione. L'Italia sbagliata dell'ultimo trentennio passa in flashback di repertorio, iconografia in movimento del nostro fantasioso squallore, e nelle loro parole. Fin quando arriveranno Roberto Baggio e la solidarietà. Perché Farina sa che l'unione fa la forza dei lavoratori e che da combattere, prima del Potere, è la guerra tra poveri. [Boris Sollazzo]
FELICE FARINA (1954, Roma) vive i fermenti del teatro dell'avanguardia romana come attore, e contemporaneamente sviluppa un forte interesse per l'animazione, la fotografia, gli effetti visivi. Inizia l'attività di regia con alcuni cortometraggi e documentari industriali; in seguito, tra gli anni Ottanta e Novanta, realizza e cura alcuni programmi per Raidue e Raitre. Nel 1986 dirige il primo lungometraggio, Sembra morto... ma è solo svenuto. Tra le varie attività, progetta e costruisce accessori per le macchine da presa, e collabora con alcuni artisti nell'ambito dell'arte cinetico-programmata.
2014 Patria
2012 Monicelli. La versione di Mario (doc, co-regia)
2008 La fisica dell'acqua
2002 Mounds of Mud (doc)
1998 Oscar per due (tv movie)
1996 Il caso Bozano (tv movie)
1995 Bidoni
1992 Ultimo respiro
1990 Condominio
1988 Sposi
1987 Affetti speciali
1986 Sembra morto... ma è solo svenuto
1985 Il mentitore (cm)