di Fabio Patrassi
L'Hotel Excelsior ha ospitato il
China Film Forum: l'evento ha offerto ad alcune grandi personalità del cinema italiano e di quello cinese l'opportunità di discutere delle peculiarità e delle reciproche contaminazioni tra due tradizioni cinematografiche apparentemente distanti.
Come ha evidenziato
Giorgio Gosetti nel suo intervento introduttivo, l'evento ha coinciso con la presentazione di
Underground Fragrance, il film d'esordio di
Pengfei, selezionato alle Giornate degli Autori.
Altro film di cui si è parlato, con il regista Zhang Duanyang e il produttore Han Yi, è stato The Forgotten War di cui si sono potute vedere alcune immagini. Giuseppe Tornatore ha commentato il trailer ai molti presenti: «Quando vedo un film amo tornare a essere spettatore. Non vado al cinema con le armi del mestiere. Questo è il tradimento più alto. Dal trailer si evince un lavoro fortemente visivo e coraggioso».
Il Premio Oscar, che proprio a Pechino girò un cortometraggio in occasione delle Olimpiadi, ha dato il via al dibattito sul cinema cinese e al rapporto che intrattiene con quello europeo.
«Il mercato cinese è molto mainstream. Il pubblico vede prevalentemente blockbuster americani. È difficile fare film indipendenti in Cina. Nei festival proviamo a esportare il nostro cinema in Europa››, ha ribadito Yang Ying (Direttrice del Movie View International).
La situazione produttiva in Cina, dunque, è difficile quanto quella italiana. «Noi della Direzione Generale del Cinema cerchiamo di unire tutte le forze presenti sul territorio», Questa una possibile soluzione secondo Maria Giuseppina Troccoli, che presentando il suo progetto Bussola del cinema, mostra le varie possibilità per produrre audiovisivi in Italia.
«Il primo passo verso una nuova rinascita è aprire umilmente le porte a un mercato fondamentale come quello cinese», questo è l'auspicio di Andrea Cicini (rappresentante ANICA in Cina), molto vicino al pensiero di Giorgio Gosetti che, a sua volta, ha invitato il cinema italiano a essere più curioso e aperto nei confronti degli altri mercati: «Il cinema cinese è giovane e guarda alla realtà in maniera diversa».
Per gli ospiti del convegno si tratta perciò di creare storie universali e, al tempo stesso, particolari capaci di radicarsi in un preciso momento storico, e di ritrovare un'originalità di linguaggi e di relazioni tra realtà diverse.
«Il documentario è la chiave - ha aggiunto Gosetti -, siamo incuriositi dal vedere come viva la gente in altri paesi». Per i relatori sia italiani che cinesi, è importante ritrovare il coraggio sia di scrivere storie scomode, come quella di The Forgotten War (una guerra volutamente dimenticata dal governo cinese), sia di produrle (un buon esempio è la co-produzione francese di Underground Fragrance).
«Sono racconti di alta qualità autoriale. Questo è il cinema da realizzare - ha concluso Gosetti -. Dato che anche noi abbiamo dimostrato di saperlo produrre, è ora di ricominciare a farlo insieme››.