Si ride e si scherza alla Villa degli Autori col maestro della satira che con le sue strisce dissacra il programma della Mostra. Stefano Disegni, affiancato da Piera Detassis e Giorgio Gosetti, ha raccontato la sua vita da critico fumettista e il suo rapporto col mondo del cinema: «Preferisco criticare film dove c'è ciccia. Vedendo pellicole poco riuscite riesco ad avere più spunti per le mie vignette».
E di "ciccia" all'incontro ce n'è e come. È stata la direttrice di «Ciak» a svelare retroscena nascosti alla maggior parte dei lettori. Tra divertenti aneddoti sulle reazioni dei vari registi ritratti dalla penna del noto disegnatore, si è indagata la differenza tra un critico scritturale e un critico fumettista. Rispetto ai colleghi della carta stampata, Disegni si sente più libero e meno condizionato: «Guardo al pubblico solo come un importante interlocutore. Mi interessa il suo gusto, non il suo consenso».
L'ex musicista ha spiegato il titolo dell'incontro e del suo libro: «L'ammazzafilm è il nome affibbiatomi dai frequentatori del festival». Se da un lato le caustiche critiche di Disegni sembrano vanificare il lavoro di molti cineasti, dall'altro danno loro maggiore visibilità e interesse. Parafrasando Oscar Wilde: «Non importa che se ne parli bene o male, l'importante che se ne parli».