Si è spenta a 51 anni, a seguito di una lunga malattia, l'attrice e regista israeliana Ronit Elkabetz, madre di due figli e moglie dell'architetto Avner Yasharon. "Voglio parlare di lei al presente, come faccio ancora per i miei genitori", ha commentato il regista Amos Gitai su "La Stampa", "Ronit è una straordinaria, grande artista. Un'artista totale che porta tutta se stessa, la sua esperienza, ogni singolo elemento che compone la sua vita, nell'arte. Non ha mai studiato per fare l'attrice, è un talento naturale. Mette la sua bravura e la sua intelligenza in tutto, e anche il suo coraggio".
Così, invece, la ricorda Giorgio Gosetti, direttore dei Venice Days:
"Ronit Elkabetz era una grande attrice, un'appassionata e folgorante Filmmaker ma, prima di tutto, una donna eccezionale e una cittadina di quel mondo ideale che tutti vorremmo fatto di dignità, passione, fierezza per le proprie radici e rispetto per quelle degli altri. Molti di noi impararono a conoscerla quando, in coppia con il fratello Shlomi, fu la sorpresa del festival di Cannes con Seven Days. Nessuno potrà dimenticare la sua Viviane in Gett / The trial of Viviane Amsalem di cui tutti ci siamo innamorati, ma per noi delle Giornate il suo volto intenso, il suo sorriso contagioso, la forza e l'onestà delle sue idee restano legate a Edut che presentammo a Venezia nel 2011. Ronit e Shlomi erano già star e voci potenti della migliore cultura ebraica. Ma non dimenticheremo mai il coraggio con cui in quel film seppero guardare in faccia alle contraddizioni della società israeliana. Eppure in quel film, tanto potente quanto scomodo, la cosa più bella resta la sua prova d'attrice: stagliata in primo piano, senza un gesto di troppo, immersa nella sua stessa voce e nel dolore del suo personaggio, sapeva dare umanità e coscienza a tutto il suo popolo. La lezione di Ronit è oggi più attuale che mai. Vediamo di non dimenticarla, vediamo di tenere vicino il suo sguardo, la sua arte, il suo cuore".