La quattordicesima edizione delle Giornate degli Autori è una corsa tra le emozioni. Aperta e chiusa da due parentesi, fatta dalle parole desiderio e disperazione. Si apre il 30 agosto con il ritorno di un maestro, l'esotismo della Tailandia e un crimine imperfetto.
Pen-ek Ratanaruang è il regista di
Samui Song, storia di una seducente star di soap opera che, stanca di sottomettersi agli abusi del marito, pianifica di svegliarsi un mattino senza sapere più nulla di lui, un sogno non così facile da realizzare se non a caro prezzo.
La parentesi di chiusura è una perla del cinema latino, a ritmo di rumba, ipnotica, dolce e riconoscibile da chi ha amato i Buena Vista Social Club, almeno una volta.
Candelaria, in programma il 9 settembre, diretto dal colombiano
Jhonny Hendrix Hinestroza, è ambientato a Cuba a metà degli anni novanta, dove si cammina per le strade de La Avana dai muri scrostati, tra melancolia e passione. Ad accompagnare lo spettatore, una coppia di anziani alle prese con la disperazione della fame e il malaffare, ma con due grandi risorse: l'amore e una telecamera.
«L'apertura delle Giornate - dice il direttore Giorgio Gosetti - è come un colpo di pistola che esce dallo schermo. Una pallottola di quelle che ti fanno saltare sulla poltrona della sala per poi immergerti in un intrigo sottile e complesso».
Un film che va al di là dei generi mentre li sfiora (dal giallo al dramma), raccontando la perversione e il desiderio di riscatto e passando per gli specchi meta-cinematografici, con il rigore e la precisione del migliore cinema orientale.
Da Israele arriva l'altro protagonista della giornata inaugurale:
Longing, una riflessione dolce e amara, illuminata da un'ironia beffarda e vitale, sulla morte e il ruolo di padre. Il film, scritto e diretto da
Savi Gabizon, racconta di un uomo che si scopre genitore solo dopo la morte del figlio di cui ignorava anche l'esistenza. I segreti, si sa, vengono sempre accompagnati, ma a farci i conti si è sempre da soli.
«Quello di chiusura - aggiunge Gosetti - è un piccolo grande film a tempo di musica. In pieno embargo a Cuba, due anziani, grazie a una telecamera trovata per caso, riscoprono il gusto di esplorarsi a vicenda anche dopo un'intera vita insieme, scoprono il cinema e le sue infinite possibilità. Come in Samui Song, ritorna la metafora d'intrecci tra cinema e meta-cinema, ma qui vince la tenerezza. È sorprendente vedere quanta bellezza può esserci in questo cinema del reale fatto a lume di candela che ha la cadenza della favola nera e la grazia della fiaba a lieto fine».
Gli appuntamenti sono tutti alla sala Perla del Lido di Venezia. Il primo, con il film tailandese Samui Song, è il 30 Agosto alle ore 14.00. Alle 17 dello stesso giorno l'israeliano Longing. E ci si ritroverà in sala dopo dieci giorni di sorprese, per chiudere in bellezza il 9 Settembre, alle ore 11.30 con Candelaria.