di Chiara Pinzauti
Ieri pomeriggio presso lo Spazio Lexus, ha avuto luogo l'incontro con lo scrittore
Walter Siti, autore del libro
Il contagio, da cui è stato tratto il film omonimo in concorso alle Giornate.
Siti, davanti a un pubblico numeroso nel quale si mescolavano anche i due registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, ha voluto subito sottolineare che libro e film sono due opere totalmente autonome e che, dunque, non era previsto alcun dovere di fedeltà da parte dei filmmaker. E proprio per questo motivo, ha deciso di non prendere parte alla realizzazione dell'opera cinematografica.
Sulla scia del divario che contraddistingue la dicotomia libro-film, Siti ha affermato di esser stato molto colpito dalla differenza di tonalità tra le due opere: «Il film è sociologico e commosso». Mentre il libro, ha continuato, è «cinico e innamorato». Una differenza che a posteriori per Siti assume un significato importante: quella storia d'amore autobiografica non era a fondo perduto se è vero che oggi altri due autori l'hanno ripresa per interpretarla in modo diverso.
Anche all'interno del film si è ricreata una sorta di dualismo. Siti ha raccontato, sollecitato dalle domande della scrittrice, saggista e direttrice culturale della nuova fiera del libro milanese Tempo di libri, Chiara Valerio, di aver percepito la prima parte molto vicina a ciò che lui aveva pensato e scritto. Mentre, nella seconda parte, ha avuto la netta sensazione che i due registi abbiano usato il libro come un trampolino di lancio per la loro narrazione. E questo, in un certo senso gli ha permesso di essere, finalmente e inevitabilmente, uno spettatore che osserva a distanza.
In merito ai personaggi, vi è una differenza tra come Siti se li era immaginati scrivendo e come, ora, compaiono in scena. Allo stesso tempo, però, lo scrittore si è rivisto in modo forte e commovente nel Walter del film. E per questo si è detto grato all'attore Vincenzo Salemme, colui che interpreta il ruolo del professore: «Mi ha liberato per un po' da quella cosa faticosa che è avere un corpo».