02/09/2018

Creo dunque cambio

di Paola Calamita
Il terzo e ultimo incontro di Domani Accadrà, promosso dal gruppo Hdrà, si è svolto in due parti, entrambe moderate dal giornalista Malcom Pagani. La creatività era la parola del giorno, anche se considerata da due diverse prospettive.
Protagonista del primo episodio è stato Adriano Panatta che a una domanda sul proprio talento ha risposto di non esserne mai stato cosciente: «Giocavo e mi uscivano delle cose nuove, però per essere creativi, nello sport, ci vuole tempo per l'esecuzione. Adesso, invece, si gioca molto in maniera meccanica, la palla va troppo veloce e si colpisce più con l'istinto».
Il tennista campione a Roland Garros nel 1976, ha proseguito parlando di sé come una persona molto curiosa che ha sempre letto e provato ad ampliare la propria cultura per avere un bel bagaglio di conoscenza. E tra le sue passioni, certamente bisogna annoverare il cinema, che lo porta talvolta a fare le tre del mattino per guardare un film dopo l'altro.
Naturalmente, non si poteva non parlare de La profezia dell'Armadillo, tratto dall'omonimo libro di Zerocalcare, che ha visto Panatta protagonista di un cameo. Il tennista ha ammesso di esser arrivato sulla scena senza neanche aver letto il copione.
Alla fine della chiacchierata, ha indicato le tre parole che per lui rappresentano il futuro: la solitudinela pace di quando torni a casa e non pensi più a niente e il sano cinismo romano.
Nella seconda parte dell'incontro, sono entrati in scena Herman Vaske (regista), Marina Abramovic (artista) e Masha Aljokhina (Pussy Riot), giunti al Lido per presentare il film Why Are We Creative?
Alla domanda di Malcom Pagani su come gli sia venuto in mente di raccogliere così tanti pareri nell'arco di un ventennio, Vaske ha risposto: «Un giorno guardando le stelle mi sono chiesto cosa fosse la creatività, cosa significhi essere creativi e questa domanda non mi ha abbandonato sin da allora, ha continuato a essere un'ossessione». Ed è per questo che il regista tedesco ha iniziato a porre questa domanda a tante persone e le risposte sono diventate un vero e proprio archivio, anche multimediale, poiché molte sono state date per iscritto.
Per Masha Aljokhina, «colui che è creativo rompe gli schemi, io credo che l'artista inventi un'alternativa rispetto a quello che già esiste. Coloro che sono al potere magari ne hanno paura. Per me quindi significa superare le paure».
Mentre per Marina Abramovic la creatività esiste da sempre, sin da quando l'uomo primitivo ha iniziato a disegnare nelle caverne: «L'essere umano si è reso conto che non bastava il cibo, ma che era necessario qualcosa che nutrisse lo spirito». Abramovic ha poi concluso che: «Per creare bisogna dedicarsi completamente all'opera senza temere il fallimento. Progredire e avere nuove idee, significa non rischiare di essere ripetitivo una volta che il mercato ti ha accettato».