Enrico Ghezzi incontra il pubblico delle Giornate. E lo porta in quel suo mondo nel quale ha immaginato l'impensabile, anticipato tendenze e inventato programmi cult come Blob, diventato sin dalla sua nascita, sul finire degli anni Ottanta, quasi un modo di dire ormai parte della cultura popolare italiana.
Oggi Ghezzi, con Malastradafilm, Zomia, H12 - una banda di ventura diventata redazione negli ultimi mesi - sta sviluppando un film a partire dal materiale raccolto in più di cinquecento cassette da lui girate negli ultimi trent'anni. Vita privata e maestri del cinema impressi sullo stesso nastro, tra critica, viaggi, volti, luoghi e invenzione di un nuovo genere.
«Il cinema è il primo momento in cui il mondo si rivede - aveva detto qualche anno fa Ghezzi proprio a Venezia -. Poi sappiamo che è finto, che è un trucco […]. È un piccolo sistema, meccanico, banale, semplice, corruttibile, però è sufficiente a produrre un rivedersi del mondo». Dalla redazione aggiungono: «Non ci è mai interessato fare senza vivere, senza amare, non ci è mai interessato fare questo film per altri motivi».