«Cosa volevo? Raccontare il caso, non prevedere. Non progettare nulla. Cercavo l'abbandono. Con pochissime parole, cosa volevo dal filmmaker Luigi Ceccon? Che non sapesse nulla di quello che avrei detto o fatto. Di conquistarsi una distanza da me progressiva. Che stesse pronto a corrermi dietro e a stare fermo ad ascoltarmi. Ho detto di escludere il mare per la sua portata enfatica. Gli ho detto di scegliere una distanza "indecisa" per raccontare il rapporto tra me e Corrado perché indeciso è il nostro rapporto. Gli ho detto di raccontare una barca come un piccolo teatro dalla scenografia raffazzonata. L'ho ascoltato molto, perché sempre sintonizzato. E Monica Stambrini ha compiuto con il montaggio un vero miracolo, dando forma a una materia rapsodica e spesso aggrovigliata. Tutto è in questo piccolo lavoro volutamente "estemporaneo", come l'improvvisazione di Danilo Rea che ha suonato mentre assisteva per la prima volta al film montato. Questo è, un piccolo omaggio all'estemporaneità». [Umberto Contarello]
Umberto Contarello (Padova, 1958) è stato dirigente della federazione comunista italiana locale durante gli anni di piombo. Laureato in Filosofia della scienza, con Carlo Mazzacurati e Enzo Monteleone, amici di lunga data, decide di andare a Roma per provare a dare senso alla passione per il cinema. Guadagna il suo primo stipendio come sceneggiatore della serie Orazio con Maurizio Costanzo. Poco dopo scrive con Mazzacurati e Monteleone il primo film, Marrakech Express, che girerà Gabriele Salvatores. Da allora non si è mai fermato.