Notti Veneziane 2024

VAKHIM

di Francesca Pirani
Italia, 2024, 98', colore
Sceneggiatura: Francesca Pirani
LE DATE SARANNO PRESTO DISPONIBILI

fotografia
Massimo Intoppa
Luciano Usai
montaggio
Nicola Moruzzi
musica
Tony Carnevale
suono
Francesco Morosini

con
Vakhim Borra
Maklin Tosi
Simone Borra
Francesca Pirani
Yon Neang
(Madre naturale di Vakhim e Maklin)
Chandara So
(Produttore cambogiano)
Vannak Soeung
(Madre di Vakhim)
Kimhour Ly
(Vakhim bambino)
Sreyneth Un
(Maklin bambina)
Mengfery Lav
(Fratello di Vakhim e Maklin)
Sreyna Un
(Fratellino di Vakhim e Maklin)
voce
Lavinia Mancusi

produttore
Luca Criscenti
produttore creativo
Stefano Viali
produzione
Land Comunicazioni
con il contributo del
MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo

ufficio stampa italiano
Gargiulo&Polici Communication
licia@gargiulopolici.com
francesca@gargiulopolici.com
www.gargiulopolici.com

Adottato in Cambogia a quattro anni, Vakhim arriva in Italia nel 2008. Parla solo khmer e tutto intorno a lui è sconosciuto, è un bambino solare e per adattarsi rimuove le tracce della sua breve vita che, però, non scompare del tutto. In Italia c’è Maklin, la sorella maggiore e dopo qualche anno arriva una lettera: è la madre naturale di Vakhim che chiede del figlio. Francesca e Simone, i genitori adottivi, decidono di andarla a cercare.

2024 Vakhim
2022 D’annunzio. l’uomo che inventò sé stesso
(doc, diretto con Stefano Viali)
2017 BEO (doc, diretto con Stefano Viali)
2002 Una bellezza che non lascia scampo
1997 L’appartamento

«[…] Le ricostruzioni dei ricordi di Vakhim e Maklin in Cambogia hanno un carattere più cinematografico, il diario di viaggio, invece, uno stile totalmente realistico cui è affidata anche la narrazione del clima delle riprese, gli stati d’animo di Vakhim e Maklin, le notizie che arrivano sulla madre naturale, i primi contatti, sino allo sconvolgente incontro con lei. Questi due piani narrativi scivolano senza soluzione di continuità dalla finzione alla realtà, dal passato cambogiano al presente italiano, conferendo così verità ma anche livelli differenti di interpretazione alle immagini. Un linguaggio non centrato sulla narrazione lineare, ma che si adegua alla flessibilità del mondo interno, nel quale il tempo si dilata e si contrae. Rimescolando continuamente sensazioni, ricordi e associazioni improvvise, per restituire un’immagine di quella realtà invisibile, racchiusa ora nella memoria del bambino ora in quella dello stesso divenuto adulto». (Francesca Pirani)

Francesca Pirani è laureata in Storia e critica del cinema presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. In seguito, ha completato la sua formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia e all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Per il cinema, ha collaborato come aiuto regia con Marco Bellocchio per La visione del sabba (1988), che ha anche co-sceneggiato, e per Il sogno della farfalla (1994). Nel 1997 ha esordito nel lungometraggio con L’appartamento, primo capitolo di un progetto di quattro film, intitolato Un altro paese nei miei occhi, sull’immigrazione in Italia. Cinque anni dopo, ha firmato la regia di Una bellezza che non lascia scampo. Nel 2017 ha co-diretto il documentario BEO con Stefano Viali. Più recentemente, sempre con Viali, ha co-diretto D’Annunzio. l’uomo che inventò se stesso (2022). Per la televisione, invece, ha realizzato numerosi documentari insieme a Carlo Lizzani.

Condividi questa storia, scegli tu dove!