Eventi Speciali 2024
ALMA DEL DESIERTO
Press, Industry
Pubblico, tutti gli accrediti
Segue Q&A
Pubblico
fotografia
Tininiska Simpson
Rafael González Granados
montaggio
Will Domingos
musica
O Grivo
suono
Gabriel Bocanegra
Pablo Martínez
René Parisca
con
Georgina Epiayu
María Santa Pushaina Pushaina
Antonio Ipuana
Francisco ‘Jesús’ Urrariyu
Florentina Vanegas
Yesid de Jesus Bouriyu
produttori
Beto Rosero
Mónica Taboada-Tapia
co-produttori
Matheus Peçanha
Aline Mazzarella
produzioni
Guerrero Films
Estudio Giz
vendite internazionali
The Open Reel
cs@theopenreel.com
www.theopenreel.com
ufficio stampa internazionale
Eva Herrero
eva@madavenue.es
www.madavenue.es
Negli aridi paesaggi di La Guajira in Colombia, Georgina, un’anziana donna Wayúu transgender, sa che non ha molto tempo a disposizione per cambiare la sua vita. Non avendo nulla da perdere, si mette in viaggio per incontrare i suoi fratelli che non parlano spagnolo e sopravvivono a stento ai margini dell’opaco sistema burocratico colombiano. Tra ferite aperte, ricordi e distanze geografiche ed emotive, Georgina e i suoi non ne possono più. L’alma del desierto si impone come una storia di resistenza, un simbolo di speranza e un’appassionata lotta per la giustizia.
2024 Alma del desierto (doc)
2023 Red Flag (cm)
2021 Two-spirit (cm)
2012 Fidel (cm)
«Scoprire il passato e le origini della famiglia di mia madre a La Guajira è stata la motivazione iniziale del viaggio in quella regione. Così ho incontrato Georgina, una donna emarginata e sensibile che viveva ai margini della sua stessa comunità. Il nostro rapporto fraterno, nato al confine di una Colombia post-coloniale dominata da sistemi feroci e contraddittori che causano sofferenze, dura ormai da otto anni pieni di epifanie. La sopravvivenza di Georgina rappresenta una cesura. Come lo è anche la solidarietà della sua comunità. La convivenza tra persone di diverse etnie tra varie difficoltà è un atto di pura resistenza e ribellione contro un sistema politico che continua a opprimerci per rimanere al potere. La tenerezza di Georgina e la bellezza ambigua di questa zona desertica hanno creato una realtà stimolante che ha guidato il mio cammino. La nostra libertà nasce dall’affetto, dalla solidarietà umana e dal rompere il silenzio raccontando una storia proibita che non doveva essere narrata». (Monica Taboada-Tapia)
Monica Taboada-Tapia ha studiato antropologia e si è laureata in cinema e televisione. È una regista i cui progetti sono stati presentati in laboratori come TorinoFilmLab, Tribeca Film Institute Network, Docs Barcelona, DocMontevideo Pitch, The NYT Op-Docs, Pulitzer Center e Tribeca Film Institute International Pitch. Ha diretto i cortometraggi Fidel (2012), Two-Spirit (2021) e Red Flag (2023), che sono stati selezionati e premiati in festival cinematografici come IDFA, Outfest, BFI Flare, New Filmmakers, FICCI e Palm Springs. È stata nominata per i Premi Macondo 2022 dell’Accademia Colombiana e per i Premi dell’Associazione Internazionale del Documentario (IDA) 2022. Inoltre, ha prodotto il cortometraggio documentario Causas Elevadas (2021) ed è stata la showrunner della serie The Pleasure of Escaping the World (2021). È fondatrice della casa di produzione Guerrero Films e attualmente sta lavorando al corto «The Cedar» e ai lungometraggi «From the Hood» e «Queen of the People», con il sostegno di FDC o Ancine.