I cineasti europei riuniti alla Mostra chiedono un incontro d’urgenza alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen perché il cinema torni di competenza della Commissione cultura europea

I rappresentanti delle numerose associazioni europee firmatarie della Déclaration des cinéastes hanno riaffermato il valore fondamentale dell’eccezione culturale e chiedono che la competenza esclusiva sul  cinema e l’audiovisivo sia riassegnata alla commissione cultura della UE. Minacciati da interessi finanziari e industriali, il cinema e l’audiovisivo vogliono uscire dalla attuale  logica industriale predominante per ritornare nell’ambito della politica culturale europea.

I partecipanti all’incontro che si è svolto ieri, 1 settembre, al Lido di Venezia, hanno anche espresso la loro inquietudine a proposito della fragilità del regolamento «A.I. Act» sui temi della salvaguardia dei diritti  delle opere e dell’utilizzo senza regole di una tecnologia indubbiamente rivoluzionaria. I cineasti europei hanno anche riaffermato l’importanza del Geoblocking,  della Direttiva sui servizi media audiovisivi e la Direttiva del Diritto d’autore.

Durante lo stesso dibattito a Venezia, Claude Lelouch uno degli ideatori del concetto di «Eccezione culturale»  ha dichiarato: «I creativi e i cineasti sono dei sognatori. Non si possono imprigionare i sogni  all’interno di logiche unicamente industriali».

L’incontro, intitolato «La Déclaration des cinéastes di nuovo a Venezia» e  organizzato da ANAC, 100autori, WGI, AIDAC assieme agli autori francesi di ARP e SRF con il sostegno della SIAE e di FERA, si è svolto nel quadro delle Giornate degli autori. Oltre a Claude Lelouch, hanno partecipato Radu Mihaileanu (ARP), Marine Francen (SRF), Mimmo Calopresti (ANAC), Giacomo Durzi (100autori), Giorgio Glaviano (WGI) e  Francesco Ranieri Martinotti (Giornate degli Autori).