Ci lascia a 92 anni Francesco Citto Maselli, ideatore delle Giornate degli Autori. Il saluto dello staff e il ricordo di Giorgio Gosetti.
Francesco Citto Maselli se ne è andato con lo stesso stile con cui ha vissuto: senza annunci, senza preavviso, a voce bassa, ma facendo risuonare forte il silenzio che oggi crea la sua assenza. A Stefania, compagna meravigliosa nella sua fragilità ammantata di forza cristallina, va l’affetto e il saluto delle Giornate degli Autori, che senza Citto non sarebbero mai esistite.
Amici, compagni di strada e di passione, amanti del cinema lo potranno salutare giovedì 23 marzo, dalle 10 del mattino nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.
Lo staff delle Giornate degli Autori
Citto e il cinema, una cosa sola; Citto e la politica, una ragione di vita; Citto e Venezia, una lunga storia d’amore, ricambiata e felicemente burrascosa.
Caro Maestro (uno dei pochi per cui vale la pena di spendere questa parola, bellissima), ti ho conosciuto alla fine degli anni ’70 nello sprofondo della provincia veneta, grazie a un amico insostituibile come Carlo Di Carlo. Era notte alta e arrivasti in taxi come un vero signore, qual eri, perché… ti eri dimenticato di scendere dal treno alla stazione giusta. Negli anni ci portasti in regalo la tua bellissima mostra fotografica con gli autoritratti in Polaroid e poi il film con cui facesti vincere a Valeria Golino la coppa Volpi a Venezia (Storia d’amore). A me portasti in dono anche un “salvacondotto” per Carlo Lizzani che, soprattutto grazie a te, accettò di arruolarmi tra i “giovani turchi” che fecero rinascere la Mostra del Cinema. Tu a Venezia eri di casa, premiato come regista esordiente nel ’55 per Gli sbandati, poi regista d’opera a La Fenice con Il trovatore, tra i palazzi della Biennale per la contestazione del ’68, alla testa delle Giornate del Cinema di Campo Santa Margherita, gran tessitore del nuovo statuto della Biennale come presidente dell’ANAC, premiato da tutta la Mostra nel 2021 e prima dal Sindacato dei Giornalisti nel 2009.
Ti dobbiamo, nel 2004, la nascita delle Giornate degli Autori, ideate da te insieme ad Emidio Greco. Non era solo una sezione indipendente alla Mostra: era un’idea, un’utopia che ogni anno cerchiamo di mantenere all’altezza della tua visione. Hai fatto un lungo viaggio nel ’900 in direzione ostinata e contraria, regista emozionante e geniale (da Gli Indifferenti a Le ombre rosse), animatore di imprese collettive fino a La scossa, attivista politico nel Partito della rivoluzione comunista, militante nell’associazione degli autori ANAC che hai guidato per trent’anni, saggista, polemista, fotografo, artista.
Pensaci, è stata una bella vita controvento, proprio come quando da ragazzo sognavi un mondo migliore sui banchi del Liceo e nelle file della Resistenza. A noi oggi lasci il vuoto della tua vulcanica presenza. Ai tanti che hai lealmente combattuto togli il sapore del confronto e della battaglia ideale; a quelli che ti hanno voluto bene lasci il ricordo, ogni giorno pieno di sommesse tenerezze ed eroici furori. A chi ha visto i tuoi film resta l’emozione del tuo segno come regista e artista. A me rimane la gratitudine per un’amicizia che non è mai venuta meno. Un abbraccio, Maestro.
Giorgio Gosetti