Almeno una volta nella vita, un regista dovrebbe fare un film sui seguenti soggetti: i gemelli o il sosia, l'incesto, una capanna nel bosco, monache e/o monaci, un motociclista, lesbiche che vivono allo stato brado e un sacerdote che commette un abuso sessuale. Saint-Narcisse mi ha permesso di combinare tutti questi elementi in un solo film. Come Gerontophilia, il primo lungometraggio che ho realizzato in Québec, anche Saint-Narcisse è un omaggio al cinema di quel luogo, in particolare quello degli anni Settanta, il periodo cinematografico che preferisco. La fotografia è stata realizzata dal leggendario quebecchese Michel LaVeaux, che ha collaborato negli anni Settanta per registi altrettanto leggendari come Claude Jutra, Michel Brault e Francis Mankiewicz. Saint-Narcisse è ambientato nei primi anni Settanta e anche se girato in digitale, volevo che mantenesse lo stile e l'atmosfera di un 35mm di quel periodo in Québec. LaVeaux ha usato, quindi, un kit di illuminazione e lenti per lo zoom specifiche dell'epoca, e ha scelto un tipo di colore per rifletterne il mood. Saint-Narcisse è forse il mio lavoro narrativo e drammatico più tradizionale, reso ancor più forte dalla grande colonna sonora di Christophe Lamarche-Ledoux che è, al tempo stesso, classica e contemporanea.
Bruce LaBruce inizia la sua carriera a metà degli anni Ottanta con una serie di cortometraggi sperimentali girati in Super 8 e creando assieme a G. B. Jones la rivista punk, «J.D.s», che segna l'inizio del movimento ‘queercore'. Tra il 1991 e il 1996, dirige tre lungometraggi nei quali è anche attore:
No Skin Off My Ass,
Super 8 1/2 e
Hustler White. Negli anni Duemila realizza tre art/porn:
Skin Flick,
The Raspberry Reich e
L.A. Zombie, oltre al film indipendente
Otto; or, Up with Dead People. Nel 2010 dirige due documentari della serie
Into the Night with... per ARTE: il primo con protagonisti Harmony Korine e Gaspar Noé, il secondo con Béatrice Dalle e Virginie Despentes. Nel 1997 scrive le sue memorie premature,
The Reluctant Pornographer. L'anno seguente la Plug-In Gallery (Winnipeg, Canada) pubblica un libro sul suo lavoro,
Ride Queer Ride. Dirige anche tre opere teatrali:
Cheap Blacky (2007),
The Bad Breast; or, The Strange Case of Theda Lange (2009) e
Macho Family Romance (2009). Collabora con numerose riviste e giornali sia come scrittore che come fotografo. La sua prima mostra fotografica è presso l'Alleged Gallery di New York nel 1999. Tra le più recenti, "Bruce LaBruce Retrospective", inaugurata al MoMA di New York nel 2015. Tra le sue molteplici attività vanta anche la regia di un'opera, l'adattamento del
Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg, realizzata a Berlino nel 2011. Tre anni dopo, con la trasposizione cinematografica sempre del
Pierrot Lunaire, si aggiudica il Teddy Award Special Jury Prize alla Berlinale. Nel 2016 ha guidato la giuria delle Giornate degli Autori, sezione che lo aveva già visto protagonista nel 2013 con il film in concorso,
Gerontophilia. Nel 2017 firma due lungometraggi:
Ulrike's Brain (Berlinale, Forum) e
The Misandrists (Berlinale, Panorama).