È una grande avventura di viaggio quella proposta quest'anno dalla selezione delle Giornate degli Autori. Un viaggio che parte dalla Cina rurale degli anni Novanta (Mama, ieratico e già maturo esordio della cinese Li Dongmei) prosegue per la Palestina e i suoi orribili muri divisivi (200 Meters, co-produzione palestinese italiana per la regia di Ameen Nayfeh con Ali Suliman che si conferma uno dei migliori attori arabi contemporanei) e poi transita in Europa, soffermandosi in particolare nell'Europa dell'Est. Perché una delle grandi novità di questa edizione è l'attenzione data alle cinematografie dell'Europa orientale. Un'attenzione non programmatica o decisa a tavolino ma che si è formata e sviluppata davanti ai nostri occhi e della quale non potevamo non dare testimonianza. Dalla Russia siberiana un po' conquistata dal consumismo e un po' resistente (Kitoboy, romanzo di formazione e di avventura dell'esordiente Philipp Yuryev, coprodotto da Marion Hänsel, la grande autrice che vogliamo ricordare) alla Russia di Mosca traumatizzata da segreti politici e drammi morali (Konferentsiya - Conference, quarto film di Ivan I. Tverdovskiy), all'Ungheria con gli amori ostinati (Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre - Preparations to Be Together for an Unknown Period of Time, sofisticato secondo film di Lili Horvát). E poi la Serbia, la Slovenia e la Bosnia Erzegovina unite da un singolo film, il commovente Oaza del regista serbo Ivan Ikić. E poi l'Italia, ovviamente, nello specifico la Puglia, con la tragedia familiare e umana di Spaccapietre dei fratelli De Serio, la Francia e le origini algerine in Cigare au miel (sensuale esordio di Kamir Aïnouz, sorella del noto regista brasiliano Karim Aïnouz). Immancabile, infine, un salto per superare l'oceano Atlantico e ritrovarsi tra il Canada (Saint-Narcisse di Bruce LaBruce) e gli Stati Uniti, con i suoi radicali conflitti mai come adesso attuali (Residue, il potente esordio di Merawi Gerima). Per poi scendere, infine, a Santiago del Cile teatro di una storia d'amore queer ai tempi della dittatura di Pinochet (Tengo miedo torero di Rodrigo Sepúlveda).
Ecco la selezione ufficiale affidata al semplice dato dei titoli, dei numeri e delle provenienze geografiche, dei viaggi non solo nello spazio ma anche nel tempo. Le selezioni, però, non sono solo numeri. O meglio, all'inizio, quando si viene a conoscenza degli spazi a disposizione, si parte con l'idea di un numero. Poi con le visioni, con le immagini, con le scelte (piacevoli nel prendere, assai dolorose nello scartare), entrano in gioco idee, sentimenti, passioni, fili rossi inaspettati. In questi undici film, a posteriori, ci siamo resi conto che avevamo molte storie di donne e uomini alla ricerca di un luogo inesplorato o perduto, ostinati e coraggiosi nel muoversi per trovare una collocazione in un mondo tante volte ostile o semplicemente indifferente alla singola esistenza. Partenze o ritorni, viaggi alla ricerca di un'identità, di un diritto alla vita: un folgorante risveglio dei sentimenti e delle passioni che, sullo sfondo di drammi sociali e politici, disegna però una carta geografica del desiderio d'amore che va al di là delle convenzioni, dell'età, del genere.
Tra gli eventi speciali fuori concorso, i due nuovi corti d'autore della serie Miu Miu Women's Tales firmati dalla polacca Małgorzata Szumowska e dalla franco-senegalese Mati Diop, il road movie romantico di Giorgia Farina con Jasmine Trinca, Clive Owen e Irène Jacob (Guida romantica a posti perduti), la conferma del talento bizzarro e surreale del duo Flavia Mastrella e Antonio Rezza con Samp, il punk da balera degli Extraliscio, sorta di Leningrad Cowboys ferraresi-romagnoli nel racconto di Elisabetta Sgarbi (Extraliscio-Punk da balera) e Das Neue Evangelium, in cui il celebre drammaturgo e regista svizzero Milo Rau mette in scena il Vangelo come passione di un'intera civiltà.
A caratterizzare gli appuntamenti off dell'edizione 2020 delle Giornate Degli Autori, saranno le rinnovate Notti Veneziane all'Isola degli Autori, che raccoglieranno in un unico spazio l'eredità, il percorso creativo e di ricerca sviluppato parallelamente da Isola Edipo e dalle Giornate. Un nuovo spazio, ideato insieme a Silvia Jop, dedicato all'indagine del rapporto creativo tra linguaggio cinematografico e le altre arti: dal teatro alle arti visive e alla musica.
Con una sola eccezione a confermare la regola (To the Moon, ode alla luna poetica e suggestiva dell'irlandese Tadhg O'Sullivan), abbiamo voluto dedicare lo spazio dell'Isola agli autori italiani.
L'arte teatrale è inquadrata dal retroattivo focus 50 - Santarcangelo Festival di Michele Mellara e Alessandro Rossi, carrellata di corpi, opinioni, spettacoli, dalla prima alla più recente edizione del più celebre festival teatrale italiano. In Agalma l'esordiente Doriana Monaco, con la complicità di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, osserva l'infinita fabbrica del Museo Archeologico di Napoli.
La Musica si celebra in tre Notti veneziane. È meravigliosamente restaurato in 4K e distribuito in Italia dalla Reading Bloom, Say Amen, Somebody (1981) di George T. Nierenberg, viaggio fra i pionieri della musica Gospel.
È rievocazione dell'evento musicale del secolo scorso Pink Floyd a Venezia, il concerto indimenticabile trasmesso in mondovisione Rai il 15 luglio 1989 con la band-mito piazzata su un palco galleggiante nel bacino di San Marco circondato da 200mila spettatori.
James di Andrea Della Monica è un ritratto di vita made in Naples del sassofonista blues-jazz James Senese, che al Lido offrirà un essenziale showcase della sua più che 50ennale carriera.
Uno speciale tocco musicale illumina anche l'unico film di finzione del programma, Est di Antonio Pisu, che inaugurerà le Notti veneziane riportandoci al fatidico 1989. Protagonisti tre giovani italiani - uno lo interpreta Lodo Guenzi, voce e chitarra di Lo Stato Sociale - che in Romania incontrano cittadini non ancora liberi ma pronti a un futuro diverso.
In una di queste "Certe Notti" l'attualità della pandemia fa da sfondo alla voce quasi onnipresente, emotiva e sospesa, di Elisa Fuksas che con il suo iSola (nomen omen) firma un ritratto intimo, coraggioso e fragile.
Due, infine, i corti nelle Notti Veneziane - Isola degli Autori realizzati in tempo di pandemia ma capaci di andare oltre a uno sguardo didascalico e retorico nel raccontare una rielaborata relazione tra vicinanza e distanza. Si tratta del corto di animazione Solitaire, dell'attore e regista Edoardo Natoli, in cui, grazie alla leggerezza di un tratto ironico e dolce, esploriamo i confini del corpo, dell'età e dell'architettura, imparando a superarli; e di En ce moment, una piccola e delicata opera della fotografa Serena Vittorini, accompagnata al montaggio da Esmeralda Calabria, capace di raccontare alcuni degli anfratti più intimi di un amore tra due donne, portatore delle contraddizioni degli amori di tutte e tutti noi.