09/09/2020

Tempi brevi per la recezione della Direttiva sul diritto d'autore


Nell'incontro tenuto ieri alla Villa degli Autori, moderato dal Presidente delle Giornate, Andrea Purgatori, sono intervenuti il sottosegretario Andrea Martella che ha la delega per l'Editoria, Laura Delli Colli (Presidente del SNGCI e della Fondazione Cinema per Roma), Raffaele Lorusso (Segretario generale della FNSI), Giacomo Durzi (membro del consiglio direttivo dei 100autori) e Francesco Ranieri Martinotti (Presidente dell'ANAC e vice Presidente delle Giornate degli Autori). 

Tema della discussione, la Direttiva sul diritto d'autore approvata dal Parlamento europeo e che il governo si appresta a recepire entro la fine di quest'anno. Una rivoluzione che impedisce ai grandi player della rete di realizzare profitti miliardari dalla utilizzazione senza regole dei contenuti per redistribuire questa ricchezza, che è il fondamento della libertà e creatività autoriale.

A prendere la parola, per un saluto inaugurale, è stato il Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto: «Io credo che il ruolo dei Festival non si debba limitare a mostrare i film né solo a dare sostegno all'industria audiovisiva attraverso la promozione, ma debba essere anche un agente politico. Ci sono appuntamenti importanti sulla Direttiva europea e quello che si discute oggi in questo luogo è fondamentale».

«Riteniamo che quello che sta per accadere - ha detto Andrea Purgatori -, e speriamo succeda entro l'anno, sia fondamentale per la difesa della libertà di informazione, per il rilancio dell'editoria, per riequilibrare il mercato, per far sì che tutti i contenuti, non solo quelli dell'audiovisivo, ma anche quelli che hanno a che fare con l'editoria, ricevano un giusto riconoscimento e che, soprattutto, i cosiddetti Over-The-Top restituiscano un parte dei loro profitti a chi proprio quei contenuti li crea».

Sollecitata dalle parole di Purgatori, Laura Delli Colli ha aggiunto: «La battaglia per la difesa della creatività credo sia anche per un diritto che coinvolga sia gli autori sia i giornalisti, perché non è più ammissibile quello che accade oggi. Bisogna riconoscere i diritti non solo di chi editorialmente controlla il mercato ma anche di chi in quel mercato lavora».

«Quotidianamente - ha proseguito Raffaele Lorusso -, una quantità importante dell'informazione finisce nella Rete, è utilizzata dagli Over-The-Top, è messa a disposizione gratuitamente degli utenti. Un'informazione frutto sia di investimenti da parte di aziende sia del lavoro dei giornalisti. E c'è chi, alle spalle di tutto ciò, realizza ingenti profitti attraverso la raccolta pubblicitaria. Un dato: in Italia a fine 2019 gli Over-The-Top hanno raccolto più di 2.850milioni di euro, ben duecento milioni in più rispetto all'anno precedente. Contemporaneamente, i quotidiani e le televisioni hanno visto diminuire le loro entrate pubblicitarie. C'è quindi uno spostamento di risorse dall'informazione agli Over-The-Top. E su queste raccolte non vengono pagate le tasse. È chiaro che attraverso il recepimento della Direttiva europea bisogna riequilibrare questa situazione. Altrimenti andiamo a impoverire non soltanto l'informazione, ma anche la democrazia del nostro paese. Sfatiamo il mito della gratuità, perché chi pensa che grazie alla Rete ci siano contenuti gratuiti non ha riflettuto su una questione essenziale: chi accede a Internet mette a disposizione i propri dati e diventa egli stesso merce, si trasforma in fonte di reddito per altri».

Di seguito Giacomo Durzi ha espresso il suo parere positivo su quanto potrebbe accadere a breve: «Recepire questa Direttiva potrebbe sanare finalmente alcune distonie che sono evidenti e troppo pesanti per noi autori che in questo processo siamo stati sempre l'anello più debole della catena. Abbiamo visto che se l'Europa agisce in modo compatto, riesce ad affrontare senza paura quello che si impone come nuovo, non arroccandosi su posizioni culturali di retroguardia. La Direttiva può finalmente remunerare gli autori in base agli esiti commerciali delle loro opere».

Francesco Ranieri Martinotti ha esordito con una precisazione: «Noi non dobbiamo più usare la parola copyright parlando della Direttiva, perché questa è la Direttiva del diritto d'autore. C'è un problema linguistico alla base di tutto, perché noi con il diritto d'autore ci riferiamo al diritto morale ed economico degli autori, cosa che invece non accade se facciamo uso del termine copyright. E si tratta di una battaglia che riguarda tutti, non solo chi fa cinema, teatro e giornalismo ma anche i musicisti. Cioè tutti quelli che vivono con il lavoro creativo».

Infine la parola è andata al sottosegretario Andrea Martella che ha chiuso il ciclo degli interventi e ha esposto l'iter della Direttiva in Italia: «Sicuramente nella prossima edizione della Mostra, ma spero molto prima, sarà possibile dire che il nostro paese ha recepito questa Direttiva. Tutto ciò è molto importante - ha proseguito Martella -, perché si vuole ridurre il divario economico tra le grandi piattaforme che operano sul Web e il lavoro degli artisti, dei musicisti, degli sceneggiatori, degli interpreti, dei giornalisti. E poi si cerca di rafforzare il diritto d'autore. La Direttiva è stata già approvata dal governo in sede di Consiglio dei Ministri, è stata trasmessa alle Camere, in Senato in prima battuta dove si sono concluse le audizioni e l'iter in Commissione. Il 21 settembre si riprenderà sempre in Senato e l'accordo è che non si facciano modifiche nel passaggio alla Camera, affinché il provvedimento possa essere approvato il più rapidamente possibile. A quel punto dovranno essere fatti dei decreti attuativi per concretizzare la legge nel suo uso. Tutto ciò servirà: a rafforzare il diritto d'autore; a prevedere un'adeguata remunerazione del lavoro degli autori che potranno accedere, al di là dei contratti, anche ai proventi; a stabilire una quota minima inderogabile; a tutelare gli autori con una maggiore trasparenza sui proventi».