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TERRAMATTA;
Il Novecento italiano di Vincenzo Rabito analfabeta siciliano

di Costanza Quatriglio
prima mondiale
 
Italia 2012, 75', HD, colore, bn
 
sceneggiatura Chiara Ottaviano, Costanza Quatriglio
fotografia Sabrina Varani
montaggio Letizia Caudullo
musica Paolo Buonvino
voce narrante Roberto Nobile
con Turi, Tano e Giovanni Rabito
 
produttore Chiara Ottaviano
produzione Cliomedia Officina
coproduzione Istituto Luce Cinecittà
produttori associati Elena Filippini, Edoardo Fracchia, Stefano Tealdi
in associazione con Stefilm
distribuzione Istituto Luce Cinecittà
Via Tuscolana 1055, 00173 Roma, Italia
Tel. +39 06 72286271
 
Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d'archivio e musiche elettroniche, terre vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l'analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall'estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d'Italia in una narrazione appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con verità contraddittorie e scomode.
 
«Il punto e virgola a separare ogni parola è un cratere tutto blu sulla superficie ruvida di pagine ingiallite tenute insieme con lo spago. Le lettere dattiloscritte sono gigantesche, le metto a fuoco una alla volta; sono ognuna l'esito di una battaglia e, quando la parola si compone, sembra che la guerra sia vinta, anche se il guerriero non può riposare, perché un'altra battaglia e un'altra guerra lo attende … la messa a fuoco è la nostra punteggiatura, a interpretare un ecosistema di parole storpiate, eppure coerenti ed efficacissime nella loro forza espressiva. Rabito, come un cantastorie, attraversa a piedi un secolo, entrando di diritto nelle pieghe dei grandi eventi collettivi con l'inchiostro sgrammaticato della sua macchina da scrivere. Per questo la visione ufficiale della storiografia per immagini viene contraddetta in ogni passaggio, in ogni inquadratura. Ho reinventato il significato di quei filmati in bianco e nero sporcandoli, a mia volta, d'inchiostro blu, verde, rosso, giallo. Terramatta;: è un film in soggettiva, e anche un po' on the road, perché lui era un camminatore: andava a piedi ovunque e io ho filmato le strade pensando a come le percorreva lui. Strade lunghe e polverose, vicoli dolci e silenziosi. Un incedere ostinato e solitario, proprio come il ticchettio della sua macchina da scrivere». (Costanza Quatriglio)
 
Costanza Quatriglio (Palermo, Italia 1973), laureata in Giurisprudenza e diplomata in Regia al Centro Sperimentale per la Cinematografia, nel 2003 esordisce nel lungometraggio con L'isola, presentato al Festival di Cannes (Quinzaine des Réalisateurs). Dirige numerosi documentari, premiati in diversi festival internazionali, tra cui Ècosaimale?, Gran Premio della Giuria al Festival di Torino nel 2000, L'insonnia di Devi, nel 2001, Racconti per l'isola, presentato alla Mostra di Venezia nel 2003, Raìz, miniserie di tre puntate trasmessa da Raitre nel 2004, Il Mondo addosso, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2006, Il mio cuore umano, evento speciale al Festival Internazionale di Locarno nel 2009, Breve film d'amore e libertà, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2010 e Io, qui lo sguardo delle donne nel 2012.

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